venerdì 21 marzo 2008

“Vincenzo, grazie per voler far conoscere Attilio per quello che lui fu e non per quello che diventò dopo che tante inumane sofferenze l’isolarono, costringendolo a vivere senza affetti, senza aiuto morale, senza una donna durante il lungo periodo carcerario e quello sallorenzano. Volle contare solo su se stesso, non più nell’umanità che l’aveva abbandonato e deluso! Doveva essere forte per superare le difficoltà, rifiutò finanche il riscaldamento durante i freddi inverni passati a San Lorenzo. Chiuso in se stesso!
Una volta, durante la mia visita in carcere a Rebibbia mi disse: io non ho fatto male a nessuno! Una sola volta ho avuto in mano una pistola e colpii ad una pietra! C’era molta amarezza in questa frase, era consapevole che stava pagando un conto tanto salato alla giustizia, solo per non aver voluto rinnegare le proprie idee!.
Il mio rapporto con lui non fu sempre facile, eppure inizialmente fu come da padre a figlio, e abbia continuato a sostenerlo per tanti anni! Noi fratelli e sorelle non l’abbiamo mai abbandonato; anche quando ero all’estero ho cercato di aiutarlo in vari modi, e visitarlo annuale a San Lorenzo, quando mi fu possibile.
Attilio, persona colta e sensibile, fu partecipe in prima persona a quella lotta, a quel travaglio ideologico che interessò tanti altri paesi Europei, e finanche l’America. E’ stato un periodo di grandi lotte e di grandi conquiste sociali, incluso l’emancipazione sociale e culturale della donna. Per questi grandi cambiamenti c’e’ sempre qualcuno che paga, mentre altri ne traggano benefici. Attilio fu uno che ha pagato! Ha pagato duramente morendo a San Lorenzo, solo, abbandonato da tutti, il 3 giugno del 2006
Vincenzo grazie ancora, ricambio gli auguri di Buona Pasqua che estendo anche ai nostri cari compaesani, Costantino Faillace

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